In quale senso andiamo? I sensi ai tempi del corona virus

“Tra le molte virtù di Chuang-Tzu c’era l’abilità nel disegno. Il re gli chiese il disegno di un granchio. Chang-Tzu disse che aveva bisogno di 5 anni di tempo e d’una villa con dodici servitori. Dopo 5 anni il disegno non era ancora cominciato. “ho bisogno di altri 5 anni” disse Chang Tzu. Il re glieli accordò. Allo scadere dei 10 anni Chuang Tzu prese il pennello e in un istante, con un solo gesto, disegnò un granchio, il più perfetto granchio che si fosse mai visto”

Questa storia cinese si trova nella Lezioni americane di Italo Calvino, la lezione sulla rapidità.

Calvino ci fa riflettere sul tempo rifacendosi alla mitologia.

Distingue il tempo di Mercurio o Hermes, dio della comunicazione e delle mediazioni, volo aereo,  sintonia e cioè partecipazione al mondo intorno a noi e il tempo di Vulcano-Efesto, chiuso nella fucina, fabbrica oggetti,  rappresenta la concentrazione costruttiva

Calvino porta la riflessione sulla contrapposizione e sulla complementarietà tra Mercurio e Vulcano:

da un lato l’esigenza di rimanere sempre connessi con ciò che è fuori da noi ma dall’altro la necessità di fermarsi e lasciare che i pensieri e i sentimenti si sedimentino, maturino distaccandosi dall’impazienzadel fare.

Queste riflessioni portano a pensare a come è cambiato il tempo per i bambini e per noi e, forse, è interessante chiedersi come riempire il tempo nostro e dei bambini ma al tempo stesso come “svuotarlo”.

La mamma di un bambino mi raccontava come stia riempiendo la giornata del figlio con lezioni online di musica, ginnastica, giochi di manipolazione descrivendomi la fatica del figlio a seguire le attività.

Il rischio di riempire le giornate dei bambini come forse già era prima è quello di sottrarre ai bambini il tempo di raccontarsi.

Forse anche per noi piscomotricisti è importante fermarsi per capire come e se possiamo condividere parte del loro spazio-tempo in questa situazione.

Il corpo in azione e interazione non ha eguali; crediamo sia molto importante porre attenzione rispetto al rischio di abituarsi alla distanza.

I mezzi teconologici che tutti stiamo usando per comunicare, per fare scuola, per mantenere un filo con i bambini che seguivamo come psicomostricisti, sono ora preziosi proprio perché ci permettono di proseguire una relazione creata prima, ma è importante riflettere anche sui grandi limiti di una comunicazione di questo tipo, limiti che solo quando potremo riavvicinarci potranno essere superati.

Al tempo stesso è importante raccogliere tutto ciò che viene messo in campo in questa situazione perché sarà materiale su cui lavorare anche dopo.

L’intervento che segue vuole essere da un lato condividere alcune riflessioni ma dall’altro condividere domande e interrogativi.

Partiamo dagli elementi che sono cambiati a causa di questa forzata distanza

  • la distanza tra i nostri corpi e quelli dei bambini
  • la vicinanza tra i corpi dei bambini e quelli dei loro genitori, fratelli…

Cosa è cambiato per i bambini

Per i bambini è cambiato dall’oggi al domani il loro vissuto di spazio e tempo; da uno spazio-tempo di comunità allargate e variegate (scuola, attività sportive, culturali, corsi etc etc) allo spazio-tempo familiare.

Da una vita quotidiana caratterizzata dalla condivisione di attività con altri adulti e con i pari ad una quotidianità esclusivamente familiare.

Alcuni di loro vivono con genitori che hanno sospeso l’attività lavorativa con cui quindi si trovano a condividere spazi e tempi durante l’intera giornata ed altri che vivono con genitori che lavorano da remoto con i quali quindi ci sarà una condivisione parziale di tempi pur condividendo gli spazi.

Ci possiamo quindi immaginare come tale cambiamento della quotidianità possa da un lato portare delle trasformazioni nelle relazioni familiari in senso evolutivo (in termini di maggior quantità/qualità di tempo condiviso… tempo sempre desiderato e prima assente) ma ,dall’altro, come tale cambiamento possa rappresentare un limite importante e molto faticoso: situazioni familiari al cui interno esistevano già prima relazioni complesse; situazioni familiari in cui i genitori si ritrovano a dover gestire sia il lavoro che la relazione con i bambini in assenza di possibilità di aiuti esterni, situazioni familiari con importanti difficoltà socio-economiche e culturali solo parzialmente supportate da altre agenzie educative. A tutto ciò si aggiunge una molto probabile nascita di paure e ansie rispetto alla possibilità di ammalarsi e quindi il rischio di isolarsi sempre di più.

In questo quadro ci possiamo immaginare come tale cambiamento possa essere vissuto più o meno faticosamente a seconda dell’età dei bambini, anche in relazione alla loro abitudine o dimestichezza nell’uso delle tecnologie che permettono loro di restare in contatto con la scuola, con i pari..

Ovviamente il corpo in azione e in interazione subisce una restrizione importante ma non totale. Le riflessioni che seguono partono dall’assunto di base che caratterizza il nostro lavoro e cioè quello di valorizzare le potenzialità di una situazione accettandone i limiti.

Cosa è cambiato per gli psicomotricisti

Come per i bambini, dall’oggi al domani, il cambiamento è stato potente; ci siamo ritrovati a casa. Dopo le prime settimane di smarrimento sicuramente ognuno ha iniziato ad immaginare come proseguire e mantenere vive le relazioni con i bambini e le famiglie, e magari anche con le scuole con cui si stavano portando avanti dei progetti.

E’ possibile mantenere la relazione?

Come è possibile mantenere viva una relazione che si nutriva di comunicazione corporea?

Come mantenere viva una relazione con un gruppo di bambini ora che sono isolati nelle loro case?

Il rapporto che avevamo con il gruppo si sta trasformando in un rapporto più individuale?

Si sta sviluppando forse un’occasione di relazionarsi maggiormente con i genitori?

Stiamo conoscendo paradossalmente di più la relazione dei bambini con i loro genitori?

La relazione genitori/figli può forse diventare un “soggetto” con cui relazionarsi?

Quali i nuovi canali di comunicazione per mantenere viva la relazione?

Come stiamo “nutrendo” la nostra corporeità?

La relazione genitori/figli è sicuramente uno degli aspetti su cui riflettere come psicomotricisti.

Interessante è riflettere su questa relazione come relazione tra corpi in uno spazio specifico: la CASA

Lo spazio, il movimento e i sensi

“Fuori”

Premettendo l’importanza sanitaria e il valore civico e sociale di sottostare alle normative di restrizione dei decreti del governo e delle regioni, credo sia importantissimo informare le famiglie circa la possibilità di fare una passeggiata fino a 200 metri dalla propria abitazione, anche con i bambini, con le dovute precauzioni (mascherine etc.); questo aspetto è importantissimo sia per il movimento sia per nutrire in qualche modo il corpo e i suoi sensi.

Se lo spazio-tempo dentro le mura domestiche sembra sospeso, il tempo della Natura, anche in città, non è fermo, anzi! Siamo nel pieno della Primavera con tutte le novità che ci porta.

Fare due passi all’esterno implica un “ritorno” a casa e l’importanza del ritorno nella propria dimora che dà sicurezza è uno dei modi per apprezzarne il valore ed evitare che si possa trasformare in una dimora “prigione”.

Ci sembra interessante riflettere sulla possibile dialettica tra lo spazio dentro e lo spazio fuori;

Penso che, seppur sia un’esperienza limitata, possa essere un buon consiglio come spunto per tenere viva l’esperienza di movimento anche all’esterno delle mura domestiche.

“Dentro”

Anche nella più piccola delle abitazioni è possibile il movimento.

Per noi psicomotricisti è utile allora non perdere di vista le categorie analogiche con cui lavoriamo di solito: il corpo in azione e in interazione, lo spazio, il tempo, gli oggetti, la voce, i canali sensoriali

La CASA :

spazio vissuto

Come la vivono i bambini?

Quali gli spazi per loro preferiti?

quali gli spazi che sono per loro “nido”?

e quali gli spazi comunitari?

All’interno, lo strumento che impone al nido la forma circolare non è se non il corpo dell’uccello: girandosi e comprimendo il muro da ogni parte, l’uccello arriva a formare quel cerchio”

G . Bachelard

Quanto la casa è spazio malleabile per le esigenze espressive del corpo?

  • come possiamo “organizzare” lo spazio della casa per il movimento, per il gioco?
  • come possiamo utilizzare gli oggetti comuni presenti in ogni casa come oggetti di gioco?
  • Lo psicomotricista come “consulente organizzatore” di spazi?

I sensi

In questa situazione difficile dove le limitazioni corporee imposte limitano in parte i piani sensoriali (non ci si può toccare, abbracciare, non si può andare in mezzo alla natura dove i sensi godono a 360 gradi…beato chi ci vive!) , una via probabilmente percorribile è dare spazio e tempo alla SINESTESIA , il fenomeno per cui l’attivazione di un canale sensoriale causa la reazione propria di altri sensi.

Le arti come strumenti da interrogare?

Il tatto, il canale sensoriale più limitato dall’epidemia.

Se l’epidemia ha reso necessario limitare il fluire di questo canale sensoriale a livello sociale, lo ha potenzialmente amplificato a livello familiare.

Il senso del tatto all’interno delle mura domestiche può avere un ruolo importantissimo.

Domande:

Come possiamo tenere vivo questo canale sensoriale?

Cosa già succede tra le mura domestiche?

Quali input offrire ai bambini?

Quali input offrire per la relazione genitori/figli?

Cosa offre una casa per nutrire questo senso?

La vista, il canale sensoriale più “abusato” dall’epidemia

In questo periodo, soprattutto ai bambini in età di scuola primaria, viene proposta la didattica a distanza; questo spesso presuppone diverso tempo davanti ai dispositivi.

Se il rischio di dipendenza dalle tecnologie digitali era già alto prima, ora rischia di diventarlo ancora di più.

Quale ruolo possiamo avere?

  • Come nutrire di creatività il senso della vista?

Forse con quello che c’è nello spaziotempo dei bambini?

  • cosa vedo nella mia stanza?
  • Cosa vedo dalla mia stanza?
  • Forse nutrendo , al tempo stesso, l’immaginazione?
  • come trasformo la mia stanza?
  • Cosa immagino accadere all’esterno?

Possiamo fare un’analogia tra la sala di psicomotricità e la casa o la stanza dei bambini?

Ciò che succede nei nostri percorsi è un processo di trasformazione: trasformiamo lo spazio come se ogni volta creassimo un quadro diverso fatto di corpi, oggetti, direzioni, linee e curve a seconda di ciò che i bambini vogliono raccontare

  • E’ forse possibile immaginarsi i bambini “pittori” del proprio spazio ?

Italo Calvino, nella raccolta “Lezioni americane” dedica una delle sue lezioni alla VISIBILITA’ e racconta come la radice del suo amore per la lettura e la scrittura sia riconducibile al potere che avevano le immagini nella sua infanzia, ridordando le vignette del Corriere dei Piccoli e poi il suo amore per i quadri della grande pittura. Raccontava le sue storie partendo dai quadri.

Dava loro MOVIMENTO.

L’udito, la voce, il ritmo, la musica

“Una voce significa questo: c’è una persona viva, gola, torace, sentimenti che spinge nell’aria questa voce diversa da tutte le altre voci. Una voce mette in gioco l’ugola, la saliva, l’infanzia, la patina della vita vissuta, le intenzioni della mente, il piacere di dare una propria forma alle onde sonore”1

 La voce, intesa come gesto sonoro e non solo nella sua espressione verbale può rappresentare un filo potentissimo di relazione.

Una delle possibili origini del linguaggio, secondo D. Falck, è riconducibile ai tempi evolutivi della nostra specie quando, acquisita la posizione eretta, l’uomo/donna ha dovuto “lasciar cadere” il cucciolo per potersi procacciare il cibo con le due mani. Per mantenere il contatto con il cucciolo, ha iniziato ad usare la voce, come filo sonoro che permetteva al cucciolo di sentire la presenza dell’adulto.

Analogamente, in questa distanza forzata con i bambini che seguivamo, per tenere il contatto con loro, possiamo utilizzare la voce, la NOSTRA VOCE, che è unica, è corpo vivo.

Le storie nascono nella trasmissione orale, solo dopo sono state scritte.

Se ascolto un messaggio audio o se ascolto la voce al telfono, il mio corpo è libero di muoversi, i miei occhi si riposano.

Interessante è riflettere sulla voce e sulle sue potenzialità.

La voce come gesto sonoro, come canto, musicalità, ritmo e quindi MOVIMENTO.

La voce come canale che permette il lingiaggio verbale con le sue infinite possibilità creative, dal raccontare le proprie giornate, all’inventare storie al giocare con le parole arrivando alla poesia, alla scrittura.

 *Si consiglia

https://youtu.be/5f_qvoXPkLM

Il tempo del lettore M. Benasayag

un’interessante conferenza sul tema del tempo nell’epoca digitale

Il gusto e l’olfatto , i sensi “annullati” dal virus

Le informazioni che ci arrivano ci dicono che chi ha contratto il virus, senza averne conseguenze gravi, ha temporaneamente avuto una sorta di annullamento del senso del gusto e dell’olfatto.

Rifletto su quanto poco pensiamo a questi due  canali sensoriali durante il nostro lavoro e quanto invece in questa situazione possono essere canali preziosi per la relazione con i bambini.

Tornando allo spazio della casa sicuramente la cucina può diventare uno spazio “psicomotorio”!

Possiamo immaginare di fare semplicemente da specchio a ciò che succede tra genitori e figli nella condivisione di questi momenti di creazione ?

E la scuola?

Uno dei più significativi cambiamenti nella quotidianità dei bambini è la sospensione dell’attività scolastica.

 Lo spazio-tempo scuola è cambiato completamente

La comunità scolastica , uno spazio-tempo vissuto, luogo di incontro tra corpi , tra bambini e tra bambini e insegnanti è temporaneamente sostituita da incontri virtuali sulle piattaforme online.

Comunità scolastiche dove noi psicomotricisti svolgevamo progetti di educazione psicomotoria

Il nostro ruolo è scomparso?

Ci si può immaginare un contatto con gli insegnanti?

Come influire in qualche modo con un approccio psicomotorio sulla didattica a distanza?

Si consiglia

 “Sensibili al corpo” (in particolare il capitolo 5° “Comporre sintassi corporee”) di I. Gamelli

“Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio” I. Calvino

“Grammatica della fantasia” G. Rodari

Federica Cicu, TNPEE, Psicomotricista, Formatrice

Queste riflessioni sono state utilizzate per costruire parte del video-incontro “Il tempo sospeso. Limiti e risorse che stiamo vivendo”, organizzato da ANUPI educazione il 22-04-2020 e rivolto ai soci psicomotricisti



 

        1       I. Calvino “Un re in ascolto” in “Sotto il sole giaguaro” Arnoldo Mondadori Editore Milano 1995